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martedì 26 maggio 2009

Glossario dell'Educazione degli Adulti in Europa



Nel corso del secondo semestre del 1996, la presidenza irlandese aprì un dibattito
all’interno del Comitato dell’Educazione del Consiglio dell’Educazione della
Comunità Europea per una futura strategia riguardo all’educazione e la formazione
lungo tutto l’arco della vita. Il dibattito si concentrò su un insieme di termini
“nuovi”, quali “ambienti di formazione”, “ambiti formali, non-formali e informali”,
“educazione comunitaria”, etc…che, a loro volta, determinarono l’introduzione
di concetti nuovi e diversi, attinenti all’apprendimento piuttosto che all’educazione,
sull’integrazione dei diversi ambiti educativi, e sulla promozione di percorsi
individuali all’interno di questi.
Era chiaro fin dall’inizio che questo dibattito avrebbe costituito una sfida, e che
questa volta le difficoltà non sarebbero derivate dalle differenze fra sistemi educativi
“napoleonici” o “non napoleonici” , né dalle diversità fra “Nord” e “Sud”. Era
stato chiesto al Comitato di formulare la propria opinione sulla cooperazione fra i
settori formale e non-formale dell’educazione, dal momento che il progamma
Socrates e i programmi precedenti riguardanti l’educazione si incentravano sulla
promozione della cooperazione nell’ambito del sistema educativo formale.
La prospettiva tradizionale era cambiata e questo causò un consistente problema
di comunicazione.
Il comitato non era in possesso di una terminologia rispondente all’educazione
e alla formazione lungo tutto l’arco della vita, al di fuori del sistema educativo formale,
ed era incapace di trovare una comune base per aprire il dibattito.
All’epoca, io ero responsabile, per la Commissione Europea, dell’Azione per
l’Educazione degli adulti, costituita di recente, e la mancanza di dialogo fra i due
settori, salvo qualche eccezione per alcuni paesi, non era una novità per me.
Metodi, obiettivi e strutture sono infatti diversi.
Tuttavia emergeva chiaramente dai documenti redatti sia dagli Stati membri sia
dalla Comunità la necessità di un rinnovo completo delle conoscenze e delle competenze
per l’insieme della popolazione quale indispensabile premessa per un
pieno esercizio della cittadinanza e una maggiore competitività sul mercato del
lavoro.
Di conseguenza l’azione Educazione degli adulti in Socrates, creata senza uno
specifico scopo se non quello di promuovere la dimensione europea nell’educazione
degli adulti, diventò immediatamente un piccolo laboratorio di avanguardia.
Ciò fornì la base necessaria per attivare sperimentazioni in ordine alle questioni
chiave dell’educazione degli adulti: promozione della domanda individuale,
miglioramento dell’offerta, necessari servizi di supporto e procedure per la validazione
e certificazione di competenze già acquisite. Tutto questo fornì anche l’impulso
per tentare di superare il vuoto a livello comunicativo. Era necessario un linguaggio
comune per codificare le conoscenze fondamentali di questo settore e la
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terminologia di base.
Ecco la ragione per cui la proposta dell’Associazione Europea dell’Educazione
degli Adulti di realizzare un Glossario sulla materia è giunta quanto mai opportuna.
E altrettanto valida risulta l’idea della pubblicazione di questo manuale, dal
momento che coincide con una fase importante dell’educazione degli adulti: l’adozione
da parte del Consiglio dell’Educazione del nuovo programma comunitario
sull’educazione per il periodo 2000-2006, programma che prevede, per la prima
volta, un “capitolo” consacrato all’educazione degli adulti: “Grundtvig:
Educazione degli Adulti e Altri Percorsi Educativi”
Siamo pertanto passati da un’azione di scarsa entità quale era quella del programma
precedente ad una che costituisce la base per l’innovazione dell’educazione
degli adulti in Europa.
In questo contesto, il Glossario va al di là del suo scopo iniziale. Fornisce un
repertorio delle pratiche più significative in questo ambito a livello europeo.
Descrive i principali sviluppi storici, politici, sociali dell’educazione degli adulti -
un settore profondamente radicato nella società civile di ciascun paese.
Il quadro che ne emerge è vario e affascinante, anche se non è sempre facile da
interpretare, e costituisce una fonte inesauribile di creatività e di modelli originali
per i sistemi formativi europei.





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