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sabato 15 dicembre 2012

UN AMMIREVOLE ESEMPIO di LLL

Quante volte ci siamo sentiti spiegare dai professori o abbiamo letto nei documenti redatti dalla Comunità Europea o abbiamo ascoltato dai politici, oppure abbiamo noi stessi spiegato ad altri interlocutori, la necessarietà del LONGLIFE LEARNING come strumento di mobilitazione delle risorse personali e fonte inesauribile di crescita e trasformazione per adeguarsi al mondo che cambia, alle incertezze, o addirittura per sfidarlo? Innumerevoli! .. Certo, a volte la fiducia vacilla … questi sono tempi un po’ bui, in cui la “risorsa umana” con le sue conoscenze ed esperienze sembra essere divenuta più un fardello che una ricchezza … e se anche il Longlife learning fosse una bufala??!!
E in una di quelle giornate "no" in cui sto quasi per cedere al pessimismo, ecco che vengo colpito dal profilo del defunto architetto brasiliano Oscar Niemeyer che Renzo Piano ha tracciato in un articolo apparso su Repubblica lo scorso venerdì, il cui incipit recita: “A 85 anni continuava ad apprendere. Me lo scrisse in una lettera che risale a due decenni fa. E credo che fino all'ultimo respiro Oscar Niemeyer abbia pensato a come proseguire il suo lungo apprendistato» … «Ai miei occhi è sempre sembrato un giovane vecchio», insiste Piano, «un maestro che ha innestato la propria maturità su una specie di adolescenza prolungata nel tempo»
In un altro articolo, questa volta scritto da Rocco Cotroneo sul Corriere della Sera, si legge con riferimento allo studio in cui lavorava il grande architetto “Che ancora brulica di progetti…”.
Una bellissima testimonianza quella di Niemeyer … ecco, allora, cosa vuol dire davvero Longlife learning! … non un mero e vuoto refrain, o slogan che dir si voglia “Continuate ad imparare! Imparate ad apprendere”ma un messaggio profondo, che non rimanda solo ad aspetti puramente istruzionali (perfezionamento di competenze tecniche, ecc.), ma alla nostra dimensione individuante … significa coltivare sempre l’entusiasmo, avere progettualità, sempre, persino quando la vita ha quasi ultimato la sua parabola, significa curiosità, vuol dire sentirsi “incompiuto” e quindi essere sempre in cerca di “quell’essere di più” da realizzare, e quindi implica anche l’umiltà di sentire di dover sempre imparare dalla vita e dagli altri ponendosi in un ascolto autentico e in un'osservazione attenta e proattiva, significa mettersi in discussione e accettare la sfida del cambiamento, significa avere sempre più strumenti per cogliere i valori fondamentali (Niemeyer afferma che «La vita è più importante dell'architettura e che la giustizia sociale è l'unico obiettivo da raggiungere»)
Se è vero che la conversazione educativa – in qualsiasi contesto sia essa attuata –si nutre anche della testimonianza, ossia dell’osservazione di situazione e condotte concrete ispirate ai principi educativi di riferimento, credo che l’esperienza di vita e professionale del grande architetto appena deceduto, con il suo costante “apprendistato”, non solo pratico-professionale, ma intellettuale e morale, sia per noi un’ammirevole ed emozionante testimonianza del ruolo che dobbiamo riservare all’apprendimento nelle nostre vite, all’attitudine che esso ci può aiutare ad assumere verso la vita e gli altri, oltre che nella nostra sfera professionale.
E poiché in uno dei due articoli è menzionato anche Chico Buarque, grande amico di Niemeyer, chiudo questo post con una delle sue canzoni, assai rinomata anche da noi “O que será” (che viene introdotta, fino al minuto 1:32 da una digressione sulle peculiarità dei brasiliani) … credo che la sola musica e l’intensità del volto del cantante, prima ancora delle parole pronunciate, riescano a toccare le corde del cuore …