Nel mondo
anglosassone-americano con questa voce si intende la gnoseologia (termine
filosofico equivalente a «teoria della conoscenza». Compito della g. è fornire
una definizione di conoscenza, individuare i suoi possibili oggetti e studiare
i modi in cui è acquisibile dal soggetto conoscente, accertandone la validità.
Pertanto la g. si configura variamente nella storia della filosofia, a seconda
delle premesse metafisiche a cui è abbinata.
Altri famosi esponenti dell'epistemologia moderna sono Quine, Putnam e Goodman.
Un ruolo molto importante nell'epistemologia ha l'interpretazione dei risultati scientifici: un esempio per tutte è il problema di interpretare vari risultati della meccanica quantistica.
PERCHE' LA SCELTA DEL BLOG ?
Stiamo
vivendo nella knowledge society
- la “società della conoscenza” - un contesto caratterizzato da tre fattori
principali di cambiamento: l’estensione a livello mondiale degli scambi (la
globalizzazione), l’avvento della società dell’informazione (con l’incremento
delle possibilità di ciascun individuo di accedere alle informazioni e ai
saperi, trasformarli, costruirli e diffonderli)
e il rapido progresso delle innovazioni scientifiche e tecniche, da cui
conseguono rilevanti e rapide
trasformazioni a livello sociale.
Il bene immateriale della
conoscenza è divenuto l’elemento discriminante per il benessere sociale ed
economico, presupposto fondamentale ai fini della comprensione e del governo
della complessità e dell’imprevedibilità dei nostri giorni … Noi tutti siamo
chiamati a cercare, elaborare, acquisire informazioni, accedere e fare uso di
saperi, intesi come un nuovo capitale che determina la maggiore o minore
libertà, autonomia, inlcusione
sociale.
Nella knowledge
society, la conoscenza non può più configurarsi come mera trasmissione di
saperi e frutto di elaborazione individuale .. al contrario !! la pluralità di
conoscenze e dei contesti di apprendimento (formali, informali e non formali) ,
la contestualizzazione dei processi di apprendimento – che pone l’accento sulla
soggettività e intersoggettività dell’esperienza delle conoscenze stesse e sul loro “essere agite” in un contesto
individuato da luoghi, spazi e relazioni sociali – la conoscenza intesa come
processo “in progress” in una società “pedagocizzata” che nel suo essere luogo
di relazione/comunicazione fra soggetti e ambiente, diviene terreno di
conoscenza, frutto di un sapere condiviso e di una elaborazione collettiva …
tutti questi divengono elementi fondamentali per affrontare le sfide dei nostri
tempi.
Per essere protagonisti occorre dimostrare innovatività, flessibilità, disposizione al cambiamento e alla reinterpretazione di noi stessi attraverso disposizioni alla proattività e all’autopoiesi .. è necessario esprimere (oltre i confini disciplinari) attitudini, saperi, saper fare, saper essere, saperi taciti (come li ha definiti Polanyi), capacità di problem solving, capacità contestuali… e poi essere in grado di sviluppare, gestire e organizzare tali fattori in modo strategico … in sintesi essere competenti nelle svariate situazioni e ambiti.Un rapido excursus sulle principali teorie e modelli pedagogici che hanno interpretato la Conoscenza può contribuire a visualizzare “con un colpo d’occhio” l’evoluzione nel modo di concepire questo costrutto e l’apprendimento, e intuire le ripercussioni sulle modalità e gli strumenti della comunicazione (educativa/formativa) nei differenti contesti …
Per essere protagonisti occorre dimostrare innovatività, flessibilità, disposizione al cambiamento e alla reinterpretazione di noi stessi attraverso disposizioni alla proattività e all’autopoiesi .. è necessario esprimere (oltre i confini disciplinari) attitudini, saperi, saper fare, saper essere, saperi taciti (come li ha definiti Polanyi), capacità di problem solving, capacità contestuali… e poi essere in grado di sviluppare, gestire e organizzare tali fattori in modo strategico … in sintesi essere competenti nelle svariate situazioni e ambiti.Un rapido excursus sulle principali teorie e modelli pedagogici che hanno interpretato la Conoscenza può contribuire a visualizzare “con un colpo d’occhio” l’evoluzione nel modo di concepire questo costrutto e l’apprendimento, e intuire le ripercussioni sulle modalità e gli strumenti della comunicazione (educativa/formativa) nei differenti contesti …
Ma la knowledge society non sarebbe tale se non
avessimo assistito al grande sviluppo delle tecnologie della comunicazione e
dell’informazione (TIC), che prosegue senza sosta, stupendoci con
innovazioni sempre più utili, divertenti e stimolanti dal punto di vista
cognitivo, riferendoci con quest’ultimo termine ai processi intellettivi, alla
dimensione motivazionale nonché affettivo-emotiva interdipendenti
strutturalmente fra loro (Bruner).
Non sono certo una novità le tecnologie dell’intelletto
per la comunicazione (rif. “Tags: media e conoscenza”, Cecchinato, 2009) … dall’articolato
linguaggio orale dell’Homo sapiens, attraverso le prime simbolizzazioni grafiche
del pensiero (pittogrammi), all’alfabeto e alla scrittura, e poi la stampa da
Gutemberg in poi … l’invenzione dei
mass-media dell’area audio-visiva (fotografia, cinematografia) e delle
telecomunicazioni (telegrafo, telefono, radio) … e poi la Televisione … tutti questi artefatti hanno forgiato in
profondità il pensiero dell’umanità,
modellato le nostre strutture mentali (Kerckhove), cambiato il nostro modo di
pensare e rappresentare la realtà, e
sono stati a loro volta condizionati dall’uso sociale che di essi è stato
fatto.
E poi è arrivata l’era dei computer, della
digitalizzazione, della miniaturizzazione elettronica, della rete Internet con il Web 1.0 e
2.0, della multimedialità ,
dell’ipertestualità attraverso il linking,
della ipermedialità…
Ecco perché oggi si parla di un ulteriore paradigma epistemologico ⬇
Ecco perché oggi si parla di un ulteriore paradigma epistemologico ⬇
Le nuove TIC hanno rivoluzionato rapidamente la
conoscenza: l’ipertesto collega
pensieri, idee, nodi di significato, secondo un
modello reticolare (non più
lineare); i contenuti vengono
continuamente aggiornati (non più un sapere fisso, rigido), si ramificano
(anziché essere strutture chiuse); nella dimensione multi-ipermediale si integrano una pluralità di codici
linguistici, elementi grafici, funzionalità, risorse diverse;
sono possibili l’interattività, le associazioni della mente,
l’estroflessione dell’associazione di idee, il pensiero multiprospettico,
intuitivo, proiettato verso il futuro;
si trasformano stili, linguaggi e strategie interpretative e partecipative; si
sviluppano capacità di multitasking cognitivo; il sapere viene costruito,
interpretato, criticato, discusso,
trasformato grazie alla flessibilità e fluidità offerte dalle TIC; le
conoscenze vengono condivise e validate attraverso le interconnessioni; il
consumatore diventa prosumer perché è in grado di generare contenuti (user
generated content); si passa da una comunicazione secondo il modello “da uno a molti” (up-bottom - unidirezionale)
al modello uno-a-uno oppure molti-a-molti (tipico dei social media), terreno di
una vera e propria rete cognitiva.
Per le nuove generazioni “native digitali”, ma anche e necessariamente per i cosiddetti
“immigrati digitali” un po’ più
attempati (!), è facile zigzagare fra
termini quali: Wiki e Wikipedia, blog, risorse “open source”, social
bookmarking, folksonomy, slideshare, tag, feed, social network, “creative
commons”, hackability, mash-up, forum,
chat, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin, wordpress,
foursquare, CMS (Content Management System), PLE-Personal Learning Environment
(per l’integrazione dell’apprendimento formale e informale), ecc., ; e ancora
dispositivi mobili quali smart phone,
tablet pc, schermi multi-touch, APP … l’elenco delle TIC è davvero esteso e si arricchisce di
giorno in giorno di nuovi media, e di vecchi media che vivono nei nuovi perché
“le nuove tecnologie creano nuovi
ambienti per le vecchie tecnologie”(McLuhan)
.
Ne
risulta una conoscenza che è sempre più distribuita tra attori, situazioni,
contesti, problematiche, linguaggi, strumenti, artefatti culturali; e un ambiente tecnologico, in cui si fondono
comunicazione pubblica e privata, le
barriere spazio-temporali si annullano, la dimensione personale e professionale
si confondono, così come si intersecano le opportunità di apprendimento agite
nei diversi contesti – formali, non formali o
informali.
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