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venerdì 29 giugno 2012

Chi più studia correrà meno rischi

La disoccupazione colpisce di più i titoli più bassi

WALTER PASSERINI

Studiate, studiate, studiate. Perché l'investimento nell'istruzione e nella formazione alla fine si trasformerà in profitto. Lo conferma il Rapporto Isfol 2012 presentato oggi a Roma.

Occupati. Gli occupati con istruzione terziaria (dopo il diploma) in Italia sono aumentati del 10% dal 2007 ma la media europea è pari al 14% (in Germania al 17,8%). Tra il 2007 e il 2010 gli occupati sono diminuiti nel nostro paese di 350 mila unità. E’ il saldo tra una contrazione di circa 850 mila persone con al massimo la licenza media o il diploma triennale e un incremento di oltre 500 mila con titolo di studio medio-alto (diploma di scuola secondaria superiore o titolo universitario). Quindi studiare paga.

Disoccupati. Anche l’analisi della disoccupazione conferma il vantaggio dato dall’investimento in istruzione nell’attenuare il rischio di disoccupazione. Tra il 2007 e il 2010 il numero delle persone in cerca di occupazione è aumentato di 596 mila unità, con una variazione del 40% circa. La penalizzazione nelle quote di disoccupazione ha colpito maggiormente le persone con titoli di studio più bassi. Nel 2011 il tasso di disoccupazione degli individui poco scolarizzati si attesta su livelli doppi rispetto a quelli registrati per coloro che possiedono un titolo universitario: l’indicatore riferito ai laureati è pari al 5,4%, mentre per i diplomati è superiore di 2,5 punti percentuali e raggiunge un valore del 10,4% per chi possiede la licenza media.

Donne. La distanza tra i tassi di disoccupazione specifici di uomini e donne si riduce sensibilmente all’aumentare del titolo di studio. In ogni caso il tasso di occupazione femminile, che si attesta nel 2011 al 46,5%, presenta un’elevata variabilità rispetto al livello di istruzione, passando dal 33% delle donne con licenza media al 72% per le donne in possesso di titolo terziario. E questo nonostante una progressiva tendenza delle donne ad avere migliori performance negli studi rispetto agli uomini.

Noi e la Germania. Rimane tuttavia uno svantaggio dell’Italia rispetto ad altri paesi europei: il tasso di disoccupazione dei laureati italiani è aumentato nel 2007-2011 dell’1% mentre in Germania è diminuito dell’1,4%.

Stipendi. Sotto il profilo del reddito, nei paesi Ocse le retribuzioni dei lavoratori con istruzione terziaria superano mediamente del 50% quelle dei lavoratori con istruzione secondaria. La media europea è pari al 48,3%. Il dato italiano si ferma al 36,2%. Dal 2005 i premi retributivi legati ad un maggiore livello di istruzione sono calati in Europa del 4% mentre da noi del 10% (in Germania sono saliti del 10%).

Scientifiche. Vi è un maggiore rendimento delle discipline scientifiche: limitatamente al solo lavoro dipendente, i laureati in ingegneria e in medicina percepiscono un reddito superiore al 10% rispetto alla media, mentre le lauree in discipline umanistiche e sociali e i laureati in lingue rendono oltre il 10% in meno.